Info
Utili:
Durata totale uscita:
2,5 ore
Segnaletica: Sentieri Soft 05, CAI 12, CAI 11
Fontane:
Loc. Tamburino, Loc. Casacce
Dislivello totale in salita: N.R.
Periodo consigliato: Tutto
L'anno |
In prossimità del Tamburino.
Gruppo al Tamburino
Loc. Casacce in inverno
Chiesa di Barbiana
|
|
Partenza da Borgo,
ci dirigiamo verso Sagginale, superata la frazione
proseguiamo fino a raggiungere il Bivio per San Martino a Scopeto. Inizia la salita per strada
asfaltata. Si
prosegue fino al paese, si supera la chiesa e si scende
brevemente, si incrociano alcune deviazioni con stradelle
sterrate che tralasciamo, si sale per la seconda
deviazione a Dx g12g
(Soft 05) quasi in linea retta con la strada
principale.
La strada sale decisamente prima su fondo sterrato poi
cementato. Dopo una bella fatica si raggiunge "Montauto
di Sotto", la strada a Dx ci riporterebbe a
S,Martino, noi dobbiamo proseguire in salita, fino a
raggiungere le ultime case di Montauto.
|
KM
totali
|
KM
parziali
|
Slm
|
Dsl
%
|
Media
|
Tmp
parziale
|
Tmp
Totale
|
Borgo
San Lorenzo
|
0
|
0
|
193
|
0.00
|
|
|
|
Bivio
S.Martino
|
6.6
|
6.6
|
180
|
-0.20
|
24.00
|
0.16.30
|
0.16.30
|
S.Martino
|
10.4
|
3.8
|
316
|
3.58
|
15.00
|
0.15.12
|
0.31.42
|
Montauto
|
13.2
|
2.8
|
567
|
8.96
|
7.00
|
0.24.00
|
0.55.42
|
bivio
per Colognole
|
14.6
|
1.4
|
754
|
13.36
|
7.00
|
0.12.00
|
1.07.42
|
Tamburino
|
15.8
|
1.2
|
804
|
4.17
|
12.00
|
0.06.00
|
1.13.42
|
Casacce
|
17.1
|
1.3
|
668
|
-10.46
|
15.00
|
0.05.12
|
1.18.54
|
Bivio
S.Martino
|
22.5
|
5.4
|
180
|
-9.04
|
40.00
|
0.08.06
|
1.27.00
|
Borgo
San Lorenzo
|
29.1
|
6.6
|
193
|
0.20
|
25.00
|
0.15.50
|
1.42.50
|
Si segue il sentiero a Sx, quello che gira sopra la casa
colonica. Il sentiero ora entra completamente nel bosco,
si continua decisi a mezza costa fino ad immettersi in un
sentiero più largo; a questo punto svoltiamo sulla Dx e
affrontiamo un primo strappo , un piccolo tratto che ci
permette di rifiatare e poi ancora un "muro" che richiede l'uso
di tutte le marce della nostra bici. In cima alla salita
continuiamo a dritto in breve discesa fino ad arrivare
sulla strada bianca principale. Svoltando a Dx in pochi
Km si arriva in località Tamburino. Alla trattoria
"La bottega di Montegiovi". Qui è dovuta una
pausa per un doveroso recupero di forze, per bere e fare
uno spuntino.
Per il ritorno abbiamo varie possibilità. In questa
occasione consigliamo il ritorno da Barbiana. Prima di
raggiungere il casolare del Tamburino sulla Dx troviamo
un sentiero segnato CAI g11g. Seguiamo con attenzione i
segnali, passiamo una catena e proseguiamo in discesa, si
guadano alcuni rigagnoli di sorgive che nella stagione
secca possono essere privi di acqua e tenendo la nostra
DX seguiamo i segnali CAI. Da qui
in poi occorre un po' di attenzione il fondo è sconnesso
e il sentiero non è sempre ben distinguibile, bisognerà
scendere di bici più di una volta ma in breve,
raggiungiamo un casolare abbandonato "Le Casacce",
qui si trova anche una rigogliosa sorgente di acqua
fresca, attraversiamo il prato fino a trovare con facilità
la strada che in discesa ci porterà velocemente in
località Castello. Al bivio possiamo voltare a Dx e
raggiungere la Chiesa di Barbiana.
Visitata la Chiesa, che purtroppo è quasi sempre chiusa,
resa famosa dall'esperienza di Don Milani, possiamo poi
scendere fino al piccolo cimitero che conserva la tomba
del famoso sacerdote. Continuando la discesa tenendo la
Sx passiamo da Padulivo, luoghi resi tristemente famosi
dall'eccidio Nazzista. Sempre in discesa giù fino alla
strada asfaltata che ci riporta all'incrocio per S.Martino
a Scopeto a Sx si continua fino ad arrivare alla strada
principale all'incrocio a Sx e ora non ci resta che
pedalare fino a BSL.
Il giro di oggi è stato caratterizzato dall'incontro con
un capriolo e con un branco di Cinghiali che sono sbucati
improvvisamente dal folto del bosco attraversando il
sentiero per risalire le pendici del monte
Ambiente
e storia
del luogo:
Barbiana e
Don Milani
Barbiana è un piccolo nucleo di case sparse sulle
pendici del Monte Giovi nel Mugello e non sarebbe noto se
non fosse che vi ha vissuto e vi ha svolto la sua opera
pastorale un prete eccezionale, una figura grandissima
della Chiesa di tutti i tempi: Don Lorenzo Milani.
Credo che tutti sappiano chi sia e cosa abbia fatto nel
corso della sue breve vita ma basti ricordare che da quel
povero prete è partito un messaggio che si è diffuso in
tutto il mondo.
il Di
lui David Maria Turoldo dice:
"Il fenomeno di Don Milani non si spiega che
con il segreto della
santità. Ciò vuole dire che si deve uscire
dalle nostre logiche: qui
c'è il mistero di Dio, un Dio che non è fuori
della storia, né fuori
dalla vita dell'uomo. Si tratta di credergli e
rispondergli. E nella
misura in cui si dice di sì si diventa esplosivi
e rivoluzionari. Cioè
si entra in un'altra logica, che è appunto la
logica di Dio".
|
Il 13 luglio del 1947 viene ordinato sacerdote
nella Basilica di Santa Maria del Fiore dal cardinale
Dalla Costa: viene, quindi, mandato come cappellano nel
grosso borgo di San Donato di Calenzano dove arriva il 9
ottobre del "47 in una brutta giornata di pioggia
dove è destinato a dare una mano all'anziano parroco don
Daniele Pugi. In questo paese inizia l'elaborazione del
catechismo storico, fonda la scuola popolare, dà inizio
al nucleo forte di "Esperienze Pastorali" e il
fatidico 18 aprile del "48 si schiera, non senza
contrasti, con la D.C. obbedendo agli ordini dei suoi
superiori gerarchici e invitando la popolazione a fare
altrettanto. Nel 1951 si ammala di tubercolosi, muore poi
l'anziano proposto don Daniele Pugi e poi, a causa dei
suoi contrasti con la gerarchia ecclesiastica, nel 1954
viene trasferito nella parrocchia di Sant'Andrea a Barbiana, 475 m. s.l.m. alle pendici del Monte Giovi in
Mugello: è una vera e propria punizione. Il 16 dicembre
1954, anche stavolta in una brutta giornata di pioggia,
Don Lorenzo arriva a Barbiana: non c'è la strada, non c'è
la luce, non c'è l'acqua, non c'è neppure il paese
visto che si tratta di pochi casolari sparsi lungo il
crinale del monte. Il nuovo priore non si perde d'animo e
come primo segno del suo impegno acquista subito un posto
nel piccolo cimitero: fonda una scuola per i suoi ragazzi
"montanini", dove i poveri imparino la lingua
che, sola, li può rendere uguali; una esperienza unica
nel suo genere e, forse, irripetibile. Sono molti gli
intellettuali che, attratti dalla sua figura, lo vengono
a visitare: Pietro Ingrao, Aldo Capitini (il teorico
della non violenza). Nel marzo 1958 viene pubblicato
"Esperienze Pastorali" con l'imprimatur del
cardinale: il tema di fondo è la nuova pastorale utile a
ricostruire un rapporto con la classe operaia, con i
poveri: tra gli estimatori del capolavoro di Don Lorenzo
ricordiamo Luigi Einaudi, don Primo Mazzolari, monsignor
Giulio Facibeni. Il libro suscita molte polemiche e il 15
dicembre dello stesso anno il Santo Uffizio ordina il
ritiro dal commercio dell'opera e ne proibisce la
ristampa perché il testo è giudicato "inopportuno":
tirano la volata al Sant'Uffizio la "Settimana del
clero" e "Civiltà Cattolica" con due
stroncature del libro. IL 28 ottobre 1958 diventa papa
Giovanni XXIII che convocherà il Concilio Vaticano II,
una vera rivoluzione per la Chiesa: Don Lorenzo scrive
dell'agosto del "59 "Un muro di foglio e di
incenso", uno straordinario documento che precorre
la nuova impostazione conciliare sui rapporti interni
alla Chiesa Cattolica e lo invia a Nicola Pistelli,
direttore di Politica, una rivista della sinistra
cattolica, ma questi non ha il coraggio di pubblicarlo.
Nel 1960 iniziano a manifestarsi i primi sintomi del
tumore ai polmoni, un linfogranuloma maligno, che lo
porterà alla morte. Nel 1962 diviene arcivescovo di
Firenze Ermenegildo Florit che diverrà un suo acerrimo
"persecutore". L'11 febbraio 1965, nel corso di
una assemblea, i cappellani militari della Toscana
definiscono l'obiezione di coscienza una "espressione
di viltà": Don Lorenzo elabora la risposta ai
cappellani militari e difende il diritto ad obiettare ma,
soprattutto, il diritto a non obbedire acriticamente; la
risposta viene pubblicata da "Rinascita" il 6
marzo ed esplode la polemica con il priore che viene
minacciato di essere sospeso "a divinis" dal
cardinale Florit e che viene, addirittura, denunciato da
alcuni ex-combattenti alla procura di Firenze. Viene
processato insieme al vice-direttore responsabile di
"Rinascita", Luca Pavolini, per apologia di
reato a Roma, dove si stampa la rivista comunista. In
vista del processo, non potendovi partecipare perché
malato, prepara la "Lettera ai giudici": il 15
febbraio 1966 i giudici romani, dopo tre ore di camera di
consiglio, assolvono Lorenzo Milani e Luca Pavolini perché
il fatto non costituisce reato; Don Lorenzo morirà prima
del processo di appello in cui la corte sentenzierà la
condanna per Pavolini a cinque mesi e dieci giorni mentre
per il priore di Barbiana "il reato è estinto per
morte del reo". Nonostante la grave malattia prepara
"La lettera ad una professoressa" contro la
scuola classista che boccia i poveri: una rampogna agli
intellettuali al servizio di una sola classe, scritta
collettivamente dai ragazzi della scuola di Barbiana e
che verrà pubblicata nel maggio del 1967 e che contiene
trancianti giudizi sulla scuola italiana; una delle sue
opere più famose tradotte in tutto il mondo. Nel marzo
del 1967 il priore si trasferisce in via Masaccio a
Firenze in casa della madre: la malattia gli impedisce di
parlare e comunica con dei biglietti; due giorni prima di
morire borbotterà con la consueta ironia "Un grande
miracolo sta avvenendo in questa stanza: un cammello che
passa per la cruna di un ago". Muore il 26 giugno
1967 ad appena 44 anni: viene sepolto nel piccolo
cimitero di Barbiana , dove aveva acquistato un posto non
appena vi era stato trasferito, con addosso i paramenti
sacri e gli scarponi da montagna ai piedi.
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